Compiti a casa: siamo i primi in Europa

Pubblicato da Redazione Basta Compiti! il

In questi giorni sto leggendo notizie drammatiche riguardo il rendimento scolastico dei ragazzi Italiani.

Ma soprattutto sto vedendo che siamo in pieno delirio da compiti per casa.

Lo so, lo sai anche tu che i compiti sono l’incubo giornaliero di tuo figlio ed anche tuo. So bene che ormai sono obbligati a trascorrere ore e ore sui libri, anche nel fine settimana e mi viene da dirti che questa attività, per come è proposta è:

Inutile;
Dannosa;
Stancante;
Noiosa.

Ma, posto che questo aspetto è già molto importante, oggi voglio dirti che siamo diventati una barzelletta su scala Europea.

Stando ai dati dell’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) i nostri alunni sono quelli con più compiti a casa, dopo gli studenti russi.
Secondo il rapporto annuale dell’OCSE, i quindicenni russi dedicano MEDIAMENTE 10 ore alla settimana per fare i compiti. In Italia andiamo appena meglio: 9 ore!

Ora io non sono un genio della matematica, ma questo significa che mediamente i nostri adolescenti passano circa 2 ore al giorno sui libri a casa, dopo le 6 ore scolastiche.

E tu mi potrai dire: “che vuoi che siano 2 ore al giorno, io lavoro molto di più!”

Ed io ti rispondo che, se quelle ore fossero utili e produttive, ci sarebbero anche dei vantaggi per la formazione reale dei ragazzi.

Peccato che i ragazzi in quelle 2 ore:

Si annoiano;
Si deprimono;
Si stancano;
Imparano nozioni;
Non apprendono.

E questa è una condizione da dover tenere in considerazione, ma di questo parlerò più avanti in questo articolo.

Considera che in Europa il dato medio di compiti a casa è di circa 4 ore e mezza!
Quindi esattamente la metà di quello che succede in Italia.

Nei paesi più virtuosi dal punto di vista scolastico non ci sono tante ore di studio a domicilio.

Ad esempio in Finlandia e Corea i ragazzi studiano a casa 3 ORE A SETTIMANA!

E rappresentano eccellenze a livello mondiale:

Studenti molto preparati;
Insegnanti di qualità;
Scuole all’avanguardia da ogni punto di vista (strutturale, organizzativo, didattico).

Nei due paesi sopracitati gli studenti passano numerose ore a scuola a fare PRATICA direttamente a scuola.

Da non credere vero? Gli studenti fanno PRATICA a scuola sulle varie materie! Non imparano nozioni e basta, ma le mettono in pratica.

Serve che ti dica perché questa cosa è significativa? Sì, te lo dico!

Significa che sono seguiti da insegnanti preparati e competenti, con i quali si possono confrontare giornalmente, anche per risolvere i loro dubbi. E non possono essere liquidati con un “siamo indietro con il programma, ora studiate a casa da pagina 45 a pagina 60”.

Però dai non voglio essere troppo pessimista… Nel 2003 passavamo dieci ore e mezza settimanali sui libri. Un miglioramento c’è stato dai!

Se guardi questa foto vedi le statistiche paese per paese: fonte “il sole 24 ore”.

problema serio però, aimè, è che a fronte di questo quantitativo di ore, non ci sono risultati che arrivano di conseguenza.

Non aumentano le competenze dei ragazzi!
Potrei anche essere d’accordo su questo modo di lavorare se questo metodo, tipicamente Italiano, portasse, la maggioranza degli studenti ad un livello più alto di conoscenze e ad una maggiore preparazione.

E invece, se andiamo a vedere le valutazioni PISA (Programma per la Valutazione Internazionale dell’Allievo, “Programme for International Student Assessment” in Inglese) gli studenti italiani fanno spesso una pessima figura in confronto ad altri che sui libri passano molte meno ore.

L’OCSE e le indagini PISA inchiodano il nostro sistema scolastico!
Questi i dati:

L’OCSE dichiara chiaramente nelle sue analisi che studiare più di 4 ore settimanali non produce miglioramenti sui risultati (anzi mi viene da aggiungere!);
Siamo ai primi posti come tasso di abbandono scolastico con il 17,6% siamo dietro solo a Spagna, Malta e Portogallo (considera che la media europea è il 12,8%);
Solo il 25,3% dei “giovani” tra i 30 e i 34 anni alla fine del 2015 era laureato: MISERAMENTE ULTIMI TRA I 28 PAESI DELL’UNIONE EUROPEA (la media europea galoppa abbondantemente oltre il 35%).

Quindi puoi capire bene che tutto il tempo che tuo figlio trascorre tra espressioni di matematica e declinazioni di latino o analisi logica NON PORTA A RISULTATI!

E allora perché lo fanno? Forse perché non conoscono altre strategie.

Persino l’attuale ministro dell’istruzione, di cui non posso dire di essere un profondo estimatore, dice che “tutta questa mole di compiti è data da insegnanti insicuri e non preparati”.

Ecco io non credo sia sempre così, ma credo che ci sia ancora questa idea SBAGLIATA che i ragazzi devono fare tanta pratica a casa perché altrimenti si dimenticano quello che hanno visto a scuola.

Ma non può essere così!

Se io ho paura che un mio allievo si dimentichi tutto quello che ho faticosamente spiegato durante le ore scolastiche, allora sono io che ho un problema, non lui!
E poi penso a tutti i ragazzi che hanno una difficoltà di apprendimento e mi chiedo:

Ma se già a scuola stanno investendo impegno, energie e faticano tanto, come puoi pensare di riempirli di cose da fare che andranno ad occupare i pochi momenti liberi che hanno?

Se lo fai è perché non hai la minima idea di come processa il cervello di un ragazzo dislessico e sei ancora convinto che RIPETERE PIU’ VOLTE dei passaggi lo aiuterà ad apprendere.

CAZZATA!

Ripetere più volte qualcosa che fa fatica a capire lo spingerà a dirsi che non è in grado e che la scuola non fa per lui! Quindi facilmente mollerà.

E di conseguenza i genitori lo stresseranno ancora di più, cavalcando l’idea del:

“Se non studi non otterrai nulla nella tua vita!”

Cambia quella frase!

“SE NON APPRENDI NON OTTERRAI NULLA NELLA VITA!”
E l’apprendimento non è imparare nozioni o ricordarsi passaggi mnemonici.

L’apprendimento è comprendere davvero ad un livello profondo come funziona qualcosa.

L’apprendimento è fare proprio un concetto prima sconosciuto.

L’apprendimento è scoperta.

L’apprendimento è errore. Questa sarebbe il traguardo più importante: capire che sbagliare non è necessariamente negativo (ma ne parlo approfonditamente qui: http://www.wladislessia.com/penna-rossa-licenza-correggere-sempre/).

E se sei un insegnante e stai leggendo, non offenderti perché non parlo di te. Allarmati perché anche tu sei parte di un sistema che non funziona.

Trova delle strategie alternative.

Passa per pazzo. Passa per folle.

Ma prova a fare qualcosa di diverso e vedrai che arriveranno risultati diversi anche per i tuoi alunni.

Se sei un genitore: leggi con attenzione i dati che ti ho messo e ricordateli ogni volta che rompi le palle a tuo figlio perché sarà senza futuro senza aver studiato a memoria le date delle guerre puniche.

Attenzione! Non sono contrario all’esercizio ed alla pratica. Io credo che alcuni ci debbano essere, ma quando vedo ogni giorno famiglie distrutte dal quantitativo di ore che passano sui libri (sì passano, perché molto spesso i compiti non sono solo dei ragazzi, ma anche dei genitori che li “aiutano”) non posso che rendermi conto che c’è qualcosa che non va.

Ogni giorno nei nostri percorsi parlo con genitori distrutti dai compiti e distrutti per non avere strumenti per aiutare i figli.

Il mio aiuto per loro è quello di trovare delle strategie per poter sostenere e non pressare. Mi piace parlare loro di strategie per essere più leggeri (non superficiali), ma soprattutto amo stabilire assieme a loro delle regole chiare per poter aiutare al meglio i ragazzi. (Anzi se vuoi avere un’idea ancora più approfondita di quello che puoi fare con i compiti, vai qui e scaricati le prime pagine del nostro nuovo libro W I COMPITI: http://www.wladislessia.com/il-libro-wicompiti/)

Quindi ok i compiti, ma con un criterio:

Meno cose ripetitive (spiegami a cosa serve precisamente fare 20 esercizi di matematica in cui cambiano solo i numeri);
E’ molto meglio iniziare in classe, magari in cooperazione. Si risolverebbero due problemi: la noia e l’eccessivo individualismo;
Ricorda che anche lo sport ed il tempo libero hanno un valore. Non c’è nulla di peggio di un ragazzo che rinuncia a fare sport perché ha 6/7 ore di compiti da fare a casa.

Perché diciamocelo chiaramente: se la media è di 9 ore a settimana, significa che c’è chi non studia affatto (io ero così ad esempio) e chi passa 8/9 ore al giorno per cercare di finire il proprio “dovere”.
E poi il problema diventa anche di salute: senza fare sport i ragazzi fanno una vita più sedentaria e questo provoca un ultimo effetto collaterale.

I bambini italiani risultano essere i più grassi e pigri d’Europa!

Non possiamo più permetterci di relegare lo sport e le attività personali al ruolo di soprammobile che si può non utilizzare “cause forza maggiore” (i compiti per intenderci). Lo sport fa parte integrante del processo di crescita e di apprendimento dell’individuo. Di questo ho peraltro parlato diffusamente qui: http://www.wladislessia.com/scopri-6-motivi-cui-lo-sport-fondamentale-figlio/.

Quindi non aspettiamo 50 anni per fare una riforma seria di tutto il sistema di apprendimento, potrebbe essere tardi per molti ragazzi.

Nota bene che non parlo di sistema scolastico, parlo di sistema di apprendimento dove anche le famiglie devono avere la propria parte di responsabilità.

D’altronde ormai lo dico sempre: DIPENDE DA TE!

“Odio la scuola. Mi fa impazzire. Appena imparo una cosa, vanno avanti con qualcos’altro.” – Charles M. Schulz (il padre dei Peanuts)

A presto!
Alessandro Rocco

http://www.wladislessia.com/compiti-per-casa-siamo-i-primi-in-europa/

W la dislessia


2 commenti

Giuseppe · 24 Febbraio 2024 alle 16:53

Come qualcuno ha detto,sarebbero da evitare fanatismi di ambo le parti.
Non è vero che tutti gli studenti sgobbano 6 ore la mattina :
purtroppo a volte è impossibile fare lezione per la necessità di mantenere la disciplina,
quindi il docente diventa una sorta di “carabiniere”.

Non è sempre vero che le nozioni apprese in mattinata sono già sufficienti a trasmettere e consolidare la materia :
esattamente come l’allenamento sportivo è fatto di gesti ripetitivi,
che fanno crescere il fisico e l’abilità del giovane atleta,
non si capisce per quale motivo ripetere esercizi simili in matematica sia più inutile
e dannoso di ripetere “palleggi”.

Nel caso il problema va affrontato a monte,organizzando i programmi in modo che siano commisurati alle reali necessità e possibilità dello studente medio :
nel momento in cui insigni professori che si ritengono degli “illuminari”
stilano programmi infiniti,che sconfinano in aspetti che andrebbero riservati al mondo accademico,già obbligano implicitamente lo studente ad un superlavoro spesso del tutto inutile.
Infatti lo studente non potrà mettere buon frutto nozioni estrapolate del contesto univeristario e spiattellate sulla sua faccia per rendergli la vita difficile :
eppure i docenti che praticano tali metodi si pavoneggiano e compiacciono di guardare gli studenti come poveri stupidi (che non sono).
Magari facendo credere che questo tipo di apprendimento e sacrificio lo aiuterà a trovare lavoro :
oggi non esiste più il tecnico e nemmeno l’ingegnere che gestisce la diga dalla tenda nel deserto,esistono interi team di ricercatori di alto livello,in aziende dedicate da anni allo studio di problemi e sviluppo di soluzioni.

Pensiamo ai tecnici che producevano apparecchi radio in catina con legno,cuoio,lamiera ed una manciata di componenti…e pensato agli odierni colossi produttori di telefonia….il tecnico di allora,che ruolo avrebbe in quei colossi.

Se vogliamo davvero affrontare il problema dei compiti,lo dobbiamo fare in due modi : sul piano dei programmi e pretese e sul piano della disciplina.

Sul primo punto,riportare per primi i programmi a livelli razionali (ed in elettronica ci si è mossi in tal senso da tempo),riportare a livelli razionali le pretese dei docenti “illuminari”,
che si sentono realizzati trattando gli studenti come poveri stupidi.

Sul piano della disciplina,fare in modo che la scuola si veramente tale e non una sorta di baraonda ove agli studenti viene concesso tutto,meno il privilegio di fare lezione seriamente.

Casi particolari sono poi i ragazzi con problemi,quali la pluricitata dislessia,
o anche semplici problemi linguistici :
se me li mescoli agli altri,non aiuti nè loro,nè gli altri,
devi prevedere un aiuto specifico.

Casi che sono sempre stati problematici sono gli studenti
ripetenti,che talvolta finiscono per trascinare negativamente altri.

Poi ovviamente gli psicologi con la ricetta magica in tasca,
non hanno altro da fare che condividere la loro formula magica :
frasi del tipo “se hai paura che lo studente dimentichi i problemi ce li hai tu”
sono solo retorica oltraggiosa,perchè la formula magica poi non ce l’ha nessuno,
e nessuno può studiare al posto dello studente nè entrare nei suoi meccanismi mentali.

E’ lui e solo lui che deve rielabolarare la materia e farla propria,
renderla familiare come un gioco : è successo al fabbro,al falegname,all’idraulico,al’elettricista,al muratore,all’imbianchino,al calzolaio,
quando hanno iniziato da garzoni fino a diventare operai qulificati.
Sicuramente avrebbero potuto faticare di meno ed imparare di più e più in fretta…
ma i miracoli non li fa nessuno.

giuseppe · 2 Marzo 2024 alle 15:04

Vedo che il vostro sito è estremamente democratico :
non pubblicate i commenti con critiche razionali.

Predicate dal pulpito per cercare evidenza,e questo può essere comprensibile,
ma vi permettete di giudicare i colleghi che nemmeno conoscete
e metterli in cattiva luce coi genitori,
dall’altro della vostra presunta “scienza” :
così facendo,la vostra posizione diventa solo grave maleducazione e mancanza di rispetto
verso i colleghi e il problema,che pure esiste,non si risolverà mai.

Il vostro è solo uno dei tanti teatrini per ottenere evidenza.

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