Lettera aperta al Ministro Marco Bussetti

Pubblicato da Redazione Basta Compiti! il

Al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, dott. Marco Bussetti

Nel formulare i migliori auspici di un proficuo lavoro, tengo a sottoporLe il manifesto della campagna: “Basta compiti!”, promossa dall’omonimo Gruppo Facebook (12 mila iscritti) che ha raccolto oltre 30 mila adesioni (change.org).

Spero vivamente, data la gravità del problema, sottovalutato o disconosciuto, nonostante abbia assunto, in Italia, proporzioni inquietanti, sia nella Sua disponibilità invitare i docenti, i dirigenti e gli organi di gestione della scuola a una seria e razionale valutazione dei contenuti di questo appello, scevra da pregiudizi e orientata al benessere e alla crescita integrale dei giovani loro affidati.

È appena il caso di ricordare che, soprattutto all’estero, vi sono consolidate e pregevoli esperienze di scuola senza compiti (si pensi soltanto alla Finlandia) gli esiti delle quali, in termini di capacità e competenze acquisite, sono tanto più significativi considerato lo scarso profitto dimostrato, anche in ricerche autorevoli (OCSE), dagli studenti italiani.

Ma sono presenti, e documentate, anche in Italia esperienze di eccellenza pedagogica compiute dagli oltre 700 insegnanti, di ogni ordine e grado, iscritti al gruppo Facebook: “Docenti e Dirigenti a compiti Zero”, recentemente costituitisi in “Rete nazionale”, a dimostrazione che una scuola senza compiti è possibile anche nelle condizioni di normale esercizio degli istituti scolastici; non necessitano, cioè, incrementi di organico o prolungamento dell’orario delle lezioni. Sono gli artefici di una “riforma a costo zero” purtroppo ignorata, ancroché innvoativa e sperimentata – le loro testimoninaze sono riportate nell’ebook: “I compiti fanno male”.

Per quanto riguarda il diritto al riposo, al gioco e al tempo libero, negato a causa di impegni domestici sempre più soverchianti, fin dai primi anni di scuola (persino nelle classi a tempo pieno), si rimanda all’art. 31 della Carta internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, chiedendo che ne siano recepite le disposizioni: “Gli Stati membri riconoscono al fanciullo il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…

Chi scrive si rende disponibile a qualsiasi chiarimento e confronto, ovunque sia richiesto.
Ringraziando per l’attenzione, e in attesa di cortese riscontro, porge distinti saluti

Maurizio Parodi, 8 giugno 2018
Dirigente scolastico, autore di: Scuola – Laboratorio di pace (Junior, 2003), Basta compiti! (Sonda, 2012), Gli adulti sono bambini andati a male (Sonda, 2013); Non ho parole. Anlafabetismo funzionale e Analfabetismo pedagogico (Armando 2018)

Riferimenti:

Gruppi Facebook: «Basta compiti!» e «Docenti e Dirigenti a Compiti Zero» – Sito: www.bastacompiti.itMANIFESTO

Chiediamo che i compiti a casa siano aboliti, nella “scuola dell’obbligo”, perché:

  • sono inutili: le nozioni ingurgitate attraverso lo studio domestico per essere rigettate a comando (interrogazioni, verifiche…) hanno durata brevissima; non “insegnano”, non lasciano il “segno”, attivano solo la memoria a breve termine (un sapere “usa e getta): dopo pochi mesi restano solo labili tracce della faticosa applicazione;
  • sono dannosi: procurano disagi, sofferenze soprattutto agli studenti già in difficoltà, suscitando odio per la scuola e repulsione per la cultura, oltre alla certezza, per molti studenti “diversamente dotati”, della propria «naturale» inabilità allo studio;
  • sono discriminanti: avvantaggiano gli studenti avvantaggiati, quelli che hanno genitori premurosi e istruiti, e penalizzano chi vive in ambienti deprivati, aggravando, anziché “compensare”, l’ingiustizia già sofferta; e costituiscono una delle ragioni, più gravi, dell’abbandono scolastico;
  • sono prevaricanti: ledono il “diritto al riposo e allo svago” (sancito dall’Articolo 24 della dichiarazione dei diritti dell’uomo) riconosciuto a tutti i lavoratori – e quello scolastico è un lavoro oneroso e spesso alienante: si danno anche nelle classi a tempo pieno, dopo 8 ore di scuola, persino nei week end e “per le vacanze”;
  • sono impropri: costringono i genitori a sostituire i docenti; senza averne le competenze professionali, nel compito più importante, quello di insegnare a imparare (spesso devono sostituire anche i figli, facendo loro i compiti a casa);
  • sono limitanti: lo svolgimento di fondamentali attività formative (che la scuola non offre: musica, sport…), oltre gli orari delle lezioni, che richiedono tempo, energie, impegno, esercizio, sono limitate o impedite dai compiti a casa;
  • sono stressanti: molta parte dei conflitti, dei litigi (le urla, i pianti, le punizioni…) che avvengono tra genitori e figli riguardano lo svolgimento, meglio il tardivo o il mancato svolgimento dei compiti; quando sarebbe invece essenziale disporre di tempo libero da trascorrere insieme, serenamente;
  • sono malsani: portare ogni giorno zaini pesantissimi, colmi di quadernoni e libri di testo, è nocivo per la salute, per l’integrità fisica soprattutto dei più piccoli, come dimostrato da numerose ricerche mediche.

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