Insegnante Paschetto: ho eliminato compiti obbligatori, ecco le attività che propongo

Pubblicato da Mara Verzilli il

Giuseppe Paschetto, professore di Matematica e Scienze presso la Scuola Secondaria di primo grado A. Garbaccio di Mosso, (BI), è tra i 50 finalisti selezionati fra decine di migliaia di candidature da 179 paesi per il Global Teacher Prize 2019 della Varkey Foundation. Ecco il suo pensiero sui compiti a casa.  “Scrivo questo mio primo post per chiarire il mio pensiero sui compiti. Li ho eliminati del tutto e sono stato confortato nella bontà di questa scelta leggendo l’illuminante libro di Maurizio Parodi.

Ho continuato invece saltuariamente a proporre attività facoltative. Si noti la scelta dei termini: “ proporre attività facoltative” invece di “assegnare compiti obbligatori”. Il cambio di verbo, complemento e aggettivo comporta un netto cambio di paradigma. I compiti sono ripetitivi, obbligatori, assorbono il tempo libero, discriminanti nella misura in cui presuppongono il coinvolgimento dei genitori, da svolgere seduti e al chiuso, soggetti a sanzioni nel caso di mancato svolgimento.

Le attività di cui tra poco fornirò un saggio sono concepite invece per essere creative, fattibili in autonomia, da svolgere anche all’aperto o aprendo una finestra, in movimento e soprattutto senza obbligo alcuno. Ad esempio: disegnare ogni giorno per un mese intero la luna nelle varie fasi e posizioni, fotografare tre specie licheni e geo-referenziarle, mangiare mezza mela e dall’altra estrarre il DNA, monitorare ogni giorno per una settimana i consumi elettrici e poi rifare l’esperienza dopo aver posto attenzione al risparmio, rifare a casa gli agnolotti preparati a scuola modificando proporzionalmente gli ingredienti, sfilare la tovaglia sotto alle stoviglie per dimostrare il principio d’inerzia…

Ci sono poi quegli studenti super appassionati di matematica e che richiedono esercizi sempre più impegnativi perché per loro quello è un hobby da praticare anche a casa o quelli che desiderano anche esercitarsi un pochino in proprio. Però attenzione anche qui i verbi sono “richiedere” e “desiderare” da parte degli alunni e non “ imporre, assegnare, obbligare” da parte dei docenti“. Lo ha scritto su Facebook Paschetto.

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